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Obbligazionario 2025, meglio il credito

1/2/2025 | Max Malandra

Il nuovo anno vedrà una rinnovata attenzione ai fondamentali, con il ciclo economico e le dinamiche di inflazione che torneranno in primo piano...


Evoluzione dell'inflazione, evoluzione della crescita, politica monetaria e politica fiscale: sono i quattro temi su cui dibattono gli strategist.

“L'inflazione è scesa sensibilmente dai suoi massimi ma i rischi restano - inizia a spiegare Pilar Gómez-Bravo, Co-CIO, Fixed Income di MFS - Le prospettive per la crescita sono ormai sempre più correlate con il mercato del lavoro. La politica monetaria mondiale si è orientata verso un allentamento, ora che le banche centrali dei mercati sviluppati e alcune banche centrali dei mercati emergenti stanno gradualmente tagliando i tassi. 

Non siamo agli esordi di un ciclo di allentamento aggressivo perché le economie sono ancora in crescita e ci troviamo in una situazione di disinflazione più che di deflazione. Infine, la situazione fiscale pone un interrogativo più grande. Sebbene siano necessari maggiori dettagli sui piani del nuovo presidente, questo argomento è diventato una delle principali fonti di rischio monitorata dagli investitori”.

 

Ma se per le politiche fiscali occorrerà attendere dopo il 20 gennaio (data di insediamento della nuova Amministrazione Trump), per quelle monetarie le banche centrali si sono già mosse da tempo. Tagliando ripetutamente i tassi (come la BCE) a causa della situazione economica delicata dell’Eurozona, limandoli (come nel caso della Fed) o anche lasciandoli inalterati (come la BOE).

A dicembre la BCE ha tagliato i tassi dello 0,25%, ma potrebbe passare a tagli da 50 punti base se le prospettive economiche si deterioreranno.

 

Come muoversi in questo scenario sul versante del mercato obbligazionario dei Paesi sviluppati? 

“La politica monetaria più accomodante e il calo dei rendimenti concorrono nell’insieme a creare un quadro più favorevole per gli investitori obbligazionari europei in futuro - delinea il contesto David Zahn, Head of European Fixed Income di Franklin Templeton Fixed Income - Ciò nonostante, rileviamo una notevole divergenza tra i paesi europei in termini di crescita economica e stabilità politica, con importanti elezioni in Francia e in Germania, tutti fattori che ci inducono a tenere alta la guardia. Crediamo che nel 2025 sarà importante adottare un approccio attivo e deliberato alla selezione dei titoli, per cercare di trarre vantaggio dalle spinte favorevoli e assicurarsi al tempo stesso che i rischi assunti siano intenzionali e misurati”.

 

“Prevediamo che i rendimenti dei titoli di Stato in euro continueranno a scendere e rimaniamo ottimisti per questa categoria di obbligazioni - commenta Karin Kunrath, Chief Investment Officer di Raiffeisen Capital Management - Ci posizioniamo non solo in vista di un calo dei rendimenti dei titoli di Stato tedeschi, ma anche in previsione di una diminuzione dei premi per il rischio dei titoli di Stato italiani e francesi rispetto a quelli tedeschi. 

Siamo meno positivi sulle obbligazioni statunitensi e canadesi perché prevediamo un calo dei rendimenti più marcato sul mercato dell'euro rispetto a quello d'oltreoceano, dove la situazione economica è nettamente migliore. Gli spread di credito delle obbligazioni societarie high-yield e investment-grade in euro sono ancora vicini ai minimi e sono quindi più suscettibili di correzioni. I premi per il rischio dei titoli investment-grade rimangono estremamente bassi. Tuttavia, i rapporti sulla solvibilità del debito del settore societario rimangono molto solidi. Rimaniamo leggermente fiduciosi sulle obbligazioni societarie investment-grade in euro. Manteniamo il nostro posizionamento più cauto per le obbligazioni societarie high-yield in euro”.

 

“Il 2025, auspicabilmente, vedrà una rinnovata attenzione ai fondamentali, con il ciclo economico e le dinamiche di inflazione tornare in primo piano - interviene Rocco Bove, Head of Fixed Income di Kairos - Nonostante rendimenti globali in leggera discesa, il 2025 si prospetta ancora positivo per il mercato obbligazionario. Appare opportuno però mantenere alta l’attenzione sull’inflazione, introducendo gradualmente titoli ad essa indicizzati, considerando la possibilità di un moderato rialzo dei prezzi nel corso dell’anno. 

Per quanto riguarda i governativi, gli elementi chiave per comprendere l’andamento del mercato saranno la solidità del ciclo economico e l’evoluzione delle curve dei rendimenti la cui pendenza potrebbe diventare decisiva, soprattutto nelle aree in cui queste rimangono insolitamente piatte. Sul fronte corporate, l’analisi approfondita delle singole realtà sarà essenziale per individuare opportunità, in particolare nei settori investment grade e high yield, che rimangono promettenti. 

Tuttavia, sarà necessario un approccio selettivo ed una diversificazione attenta per navigare in un contesto ciclico non convenzionale come quello attuale. Dopo anni in cui il beta è stato fondamentale, è pacifico attendersi che nei prossimi trimestri l’alpha torni a riguadagnare centralità nel processo allocativo, con la dispersione dei rendimenti destinata ad aumentare tra vari temi, settori, geografie e singoli emittenti”.

 

“Manteniamo un sovrappeso sui mercati del credito e, in un contesto di bassa crescita e bassa inflazione, prediligiamo il segmento investment grade ma siamo cauti con le nostre esposizioni regionali - continua Pilar Gómez-Bravo - Intravediamo opportunità nell'immobiliare europeo se il ciclo di tagli dei tassi dovesse continuare. Questo settore è stato penalizzato dal ciclo di rialzi ma dovrebbe trovare sostegno nei tagli operati dalla Banca centrale europea. 

Abbiamo ridotto la nostra esposizione al settore finanziario per via della compressione delle valutazioni e dell'aumentato rischio di ampliamento degli spread. Manteniamo un sottopeso sui titoli ciclici, come il settore dell'automobile. Negli Stati Uniti ci siamo tenuti alla larga dal tratto a lunga delle curve dei rendimenti, che sono piatte e non presentano un significativo potenziale di rialzo. Preferiamo le società di beni strumentali con asset reali e quelle che generano cash flow indicizzati all'inflazione”.

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