Non ho idea di quante persone si siano veramente prese la briga di leggere con attenzione il rapporto di Mario Draghi sul futuro della competitività europea da quando è stato presentato a settembre 2024.

Io l’ho letto e ne sono ancora oggi estasiato. Se dapprima la mia attenzione era ricaduta per ovvi motivi soprattutto sugli aspetti più vicini alla finanza ed ai mercati dei capitali, rileggere il rapporto nella sua articolazione più completa mi ha suscitato un’emozione profonda e tanta ammirazione.

Questo rapporto, la cui lettura renderei obbligatoria a qualsiasi membro di istituzioni pubbliche europee, è un condensato di saggezza economica, lungimiranza e pragmatismo. Lungi dall’essere uno dei tanti cahier de doleance su ciò che non funziona in Europa, il rapporto si pone l’obiettivo di analizzare il divario della crescita del PIL tra Europa e resto del mondo (principalmente USA e Cina) e di suggerire una nutritissima serie di specifiche raccomandazioni, anche molto tecniche, volte a recuperare questo gap e in definitiva a rendere l’Europa un posto migliore.

Ci sono a mio giudizio elementi che rendono questo documento unico e ammirevole:

• La lucida abilità di utilizzare un linguaggio semplice per descrivere fenomeni economici estremamente complessi
• L’impareggiabile dono della sintesi. Utilizzare solo 400 pagine (piene in realtà di grafici e figure) per analizzare la materia economica di un intero continente in relazione con il resto del mondo è un invidiabile record
• La capacità di guardare oltre: il rapporto non si limita a fotografare lo status quo e analizzarne le cause. Esso contiene circa 170 obiettivi altamente specifici per cambiare le cose (inclusi i meccanismi decisionali e di funzionamento dell’Unione Europea stessa)
• La multidisciplinarietà. Siamo abituati a pensare a Mario Draghi in relazione al mondo finanziario e delle banche centrali, ma basta sfogliare il rapporto per capire che le materie trattate sono le più disparate (tecnologia, AI, difesa, decarbonizzazione etc. etc.) ed ognuna è trattata con competenza ammirevole e con raccomandazioni specifiche.
• Il coordinamento. L’analisi e le raccomandazioni seguono un disegno strategico coordinato affinché le varie raccomandazioni concorrano ad un accresciuto beneficio complessivo.
• L’apoliticità. Non vi è traccia di politica, nel senso stretto del termine, in questo scritto. Tutto ruota attorno alle competenze tecnico-economiche volte al miglioramento dell’economia dell’Europa senza scadere mai in un’ideologia o una view di parte.

Basterebbe smettere di discutere di aria fritta e iniziare a implementare ad uno ad uno i 170 punti. Sarebbe così facile…. ma mi rendo conto che l’adozione della maggior parte dei punti richiede scelte e decisioni politiche (o per meglio dire, avallate dagli organismi della Unione Europea, per natura intrinsecamente politici) e soprattutto riduzioni di sovranità nazionali che sono spesso mal digerite.

Il 28 gennaio 2025 finirà, secondo il calendario cinese, l’anno del drago. Facciamo però in modo che l’anno del Mario Draghi non finisca. Ci vorranno 12 anni affinché il drago si ripresenti. Non abbiamo certo tutto questo tempo.

* ART-NOC è lo pseudonimo di un esperto manager italiano che da oltre 25 anni lavora nell'industria finanziaria internazionale e non ha mai smesso di osservarla con curiosità e con un approccio costruttivamente critico. I pareri contenuti negli articoli a firma ART-NOC sono espressione dell’opinione personale e indipendente dell’autore.