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7/26/2024 | Redazione ADVISOR
“Di recente ci sono state molte notizie importanti per le prospettive dei tassi d'interesse nel Regno Unito: il programma rivoluzionario del nuovo governo e la pubblicazione di dati economici chiave sia nazionali che internazionali influiscono sulle prospettive”. Steven Bell, chief economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments, spiega che “i mercati ritengono che le probabilità che la Banca d'Inghilterra (BoE) tagli i tassi quando si riunirà all'inizio del prossimo mese siano superiori al 50%. Le aspettative sono per almeno due tagli entro la fine dell'anno. Noi siamo meno ottimisti nel breve termine, anche se il contesto internazionale è diventato più favorevole a un taglio dei tassi, il che suggerisce un proseguimento del rafforzamento della sterlina”.
Il gestore sottolinea che “negli Stati Uniti, per quanto si tema che una presidenza di Trump possa far salire i rendimenti obbligazionari tagliando le tasse, questa aumenterebbe anche le entrate attraverso le tariffe. L'effetto maggiore potrebbe essere quello di un rafforzamento delle azioni USA. Nel breve termine, tuttavia, la Federal Reserve sarà più concentrata sui recenti dati che mostrano un'inflazione più bassa e una crescita più lenta. I tassi di interesse statunitensi hanno poi un effetto sproporzionato sulla determinazione dei prezzi di mercato per i tassi di altri paesi, compreso il Regno Unito. Dal suo canto, la BoE si concentrerà maggiormente sui fattori interni, che riteniamo suggeriscano maggior cautela”.
“Il primo e più importante - rileva l’analista - è il forte miglioramento della crescita del PIL del Regno Unito. Non c'è da stupirsi: l'inflazione è scesa, i redditi reali e la fiducia sono in aumento e, nonostante il clima di sconforto che circonda il governo uscente, gli investimenti delle imprese sono stati forti. Questo riduce la pressione per un taglio dei tassi e, sebbene l'inflazione abbia raggiunto l'obiettivo del 2% e vi rimarrà per i prossimi mesi, gran parte di essa riflette gli effetti di base, non da ultimo il crollo delle bollette energetiche delle famiglie. L'inflazione salariale desta invece serie preoccupazioni. Questo a causa dall'aumento del 10% del salario minimo in aprile che si è chiaramente ripercosso sui salari più in generale e sui prezzi di settori ad alta intensità di lavoro come i servizi. Penso che l'inflazione salariale scenderà, ma parte oggi da un livello molto alto e il nuovo governo laburista ha già dichiarato che estenderà il salario minimo ai giovani lavoratori, cosa che probabilmente farà salire il livello generale. Ci sono anche brutte notizie per quanto riguarda le bollette dell'energia, con un previsto aumento del 12% del tetto dei prezzi fissato dall'Ofgem a ottobre. Il bilancio, probabilmente a novembre, si atterrà alle regole fiscali ereditate, ma con una maggiore spesa finanziata da un aumento delle imposte sul capitale, l'effetto netto sarà probabilmente un aumento della domanda. Nelle ultime due riunioni del comitato per la fissazione dei tassi della BoE, due dei 9 membri hanno votato per un taglio dei tassi. Ritengo che rimarranno in minoranza alla prossima riunione del 1° agosto”.
“In Europa – conclude Bell - l'economia continua a procedere a rilento e, con l'inflazione in calo, sono probabili ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE. Infine, tassi stabili con un'economia in miglioramento in UK, contro tassi più bassi e una crescita più lenta all'estero, implicano che la sterlina continuerà probabilmente a rafforzarsi”.
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