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3/4/2022
Dopo gli interventi di Moody’s e Fitch, anche S&P taglia il rating della Russia, declassando i titoli di Stato di Mosca a junk, “spazzatura”.
Come si legge in una nota del'agenzia di rating “il conflitto militare della Russia con l'Ucraina ha provocato una nuova serie di sanzioni governative da parte del G7, comprese quelle che prendono di mira le riserve in valuta estera della Banca Centrale della Russia (CBR); ciò ha reso inaccessibile gran parte di queste riserve, minando la capacità della CBR di agire come prestatore di ultima istanza e compromettendo quello che era stato - fino a poco tempo fa - il punto di forza del credito della Russia: la sua posizione netta di liquidità esterna”.
Per mitigare l'elevato tasso di cambio e la volatilità dei mercati finanziari che ne deriva, e per preservare le riserve di valuta estera rimanenti, “le autorità russe hanno anche introdotto misure di controllo dei capitali che, a quanto risulta a S&P, potrebbero impedire ai detentori di titoli di stato non residenti di ricevere i pagamenti di interessi e capitale nei tempi previsti. Di conseguenza, S&P ha ridotti i propri rating sovrani a lungo termine in valuta estera e locale sulla Russia a 'CCC-' da 'BB+' e 'BBB-', rispettivamente, e li ha tenuti in CreditWatch con implicazioni negative”.
Ieri Moody’s ha declassato il rating di lungo termine della Russia da ‘Baaa3’ a ‘B3’ mettendolo sotto osservazione per possibili ulteriori tagli, mentre Fitch ha tagliato il giudizio da ‘BBB’ a ‘BB+’.
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