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7/20/2021
Una percentuale elevata di famiglie europee non investe i propri risparmi nel mercato dei capitali, e li lascia parcheggiati in conti correnti e depositi bancari, perché è avversa al rischio e non è soprattutto consapevole dei potenziali ritorni generati dagli investimenti in titoli e fondi di investimento. Ma la realtà è che negli ultimi dieci anni l’investimento in fondi azionari ha generato ritorni del 108%, mentre chi ha detenuto i propri risparmi in depositi bancari ha visto erodere il proprio capitale del 10%. Sono i dati rilevati da Efama nel suo ultimo report dal titolo "Perspective on the net performance of Ucits". Il rapporto è stato sviluppato utilizzando i dati disponibili nell’ultimo report statistico annuale di Esma, allo scopo di mettere in prospettiva i commenti dell'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati sui costi dei fondi Ucits evidenziando il rendimento extra che questi hanno fornito rispetto ai depositi bancari negli ultimi dieci anni.
Scendendo nel dettaglio delle principali evidenze, dal report emerge che in media, la performance annua netta dei fondi aperti azionari, obbligazionari e misti è stata rispettivamente del 7,6%, 2,3% e 3%, nel periodo 2010-2019. Questi rendimenti positivi si contrappongono ad un rendimento negativo annuo di -1% registrato sui depositi bancari.
Considerando tutti i costi e l'impatto dell'inflazione, un investimento decennale di 10.000 euro in un portafoglio composto da azioni (40%), obbligazioni (30%) e fondi aperti misti (30%) ha generato una performance netta totale del 61% in termini reali, mentre il valore di 10.000 euro rimasto parcheggiato su un conto bancario nello stesso periodo è diminuito del 10% in termini reali.
Il rapporto rileva inoltre importanti differenze tra la performance dei migliori e dei peggiori fondi, sia attivi che passivi, che riflettono una forte eterogeneità all’interno dell’universo dei fondi. Molti fondi attivi hanno sovraperformato i fondi passivi in termini netti e viceversa. Il rapporto mostra inoltre che un numero significativo di fondi aperti azionari attivi che hanno realizzato le performance più elevate rimangono tra i migliori anche negli anni successivi.
Le performance nette molto robuste messe a segno dai fondi aperti negli ultimi anni possono essere spiegate anche dalla diminuzione delle commissioni, trainata principalmente dalle misure adottate sotto Mifid II e per la direttiva sulla disclosure dei costi degli strumenti. Il calo progressivo delle spese correnti degli organismi di investimento collettivo negli ultimi quattro anni ha raggiunto infatti il 16% per i fondi azionari, il 7% per gli obbligazionari e il 3% per i fondi misti. Ciò è particolarmente evidente considerando i fondi lanciati più di recente. Mentre le spese correnti medie calcolate per l'intero universo di fondi azionari attivi si attestava a dicembre 2020 all’1,39%, il costo medio dei fondi azionari attivi lanciati lo scorso anno è stato dello 0,81%.
“Il nostro rapporto illustra le perdite finanziarie che le famiglie europee hanno subito detenendo una quota troppo elevata dei loro risparmi in depositi bancari durante l'ultimo decennio” ha osservato Bernard Delbecque, senior director for economics and research di Efama. “Invece di concentrarsi prevalentemente sui costi dell’investimento i policymakers dovrebbero anche sottolinearne i vantaggi, per evitare di scoraggiare del tutto le persone dall’intraprendere un investimento, il che va contro uno dei principali obiettivi dell’Unione dei mercati dei capitali”.
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