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Da bancario a CF, costruire un database è fondamentale

1/15/2025 | Daniele Riosa

Raffaella Malgherini, senior executive recruiter di Fineco: “Le liste dei nominativi non vengono fornite: si creano quotidianamente attraverso la nostra rete di conoscenze personali"


“L'importanza della creazione delle liste nominativi per i potenziali clienti”. Questo è l’incipit di un interessante post su Linkedin di Raffaella Malgherini (in foto), senior executive recruiter di Fineco.

La manager scrive che, “nel passaggio da consulente bancario a consulente finanziario in libera professione, uno degli aspetti cruciali è la creazione delle liste nominativi potenziali clienti. Una domanda frequente che mi viene posta durante le attività di reclutamento è: "Mi fornite delle liste di nominativi?" La mia risposta è un immediato NO, e ti spiego il perché. Quando un consulente bancario è dipendente, il suo ruolo principale è gestire un portafoglio assegnato dall'azienda. Spesso, i prodotti offerti devono essere venduti per raggiungere gli obiettivi di fatturato della rete. Questo porta, talvolta, il consulente a non impegnarsi nello sviluppo del proprio portafoglio. Diventare consulente finanziario autonomo, invece, permette di mettere in evidenza la propria crescita professionale e la competenza a 360°”.

“Le liste dei nominativi - sottolinea la professionista - non vengono fornite: si creano quotidianamente attraverso la nostra rete di conoscenze personali, i clienti attuali, le persone incontrate in palestra, all'oratorio, con gli amici, al supermercato, con i colleghi di lavoro, ovunque. Si tratta di costruire un vero e proprio DATABASE. Questo processo richiede un grande impegno e una costante attenzione ai dettagli. È essenziale aggiornare il database durante le telefonate con i potenziali clienti per non dimenticare nulla. Diventare consulente finanziario non avviene in un giorno, ma attraverso un percorso lungo e attento. Nessuno fa Miracoli: occorre pazienza e dedizione per raggiungere la libera professione”. 

“Il problema - conclude Malgherini - non è la partita IVA, ma la volontà di essere protagonisti del proprio destino”.

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