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2/13/2024 | Redazione ADVISOR
“Sotto vari aspetti, il 2023 è stato un anno più difficile per le obbligazioni di quanto molti si aspettassero all'inizio dell'anno. Tuttavia, grazie a un forte sprint finale, alla fine ha garantito agli investitori obbligazionari buoni rendimenti. Le obbligazioni societarie in euro sono state più redditizie dei titoli di Stato dei Paesi ‘core’ della zona euro”.
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Tagli dei tassi d'interesse sì, ma quando e di quanto? “Il rally di fine anno sui mercati obbligazionari è stato guidato principalmente dal calo dei tassi d'inflazione, mentre l'economia statunitense è rimasta piuttosto robusta. Fino a quel momento, la maggior parte degli operatori di mercato si era preparata ad uno scenario "higher for longer", ossia con tassi d'interesse di riferimento che sarebbero rimasti ai livelli attuali ancora per qualche tempo. Tuttavia, con un calo dell'inflazione più rapido di quanto previsto dalle banche centrali, i mercati si sono orientati verso tagli dei tassi d'interesse molto più rapidi e forti negli Stati Uniti e nell'Eurozona. È quasi certo che la riduzione dei tassi di interesse avverrà nel 2024. Tuttavia, resta da vedere quando essi inizieranno effettivamente e a quale ritmo. Alla fine del 2023, i mercati obbligazionari prevedevano scenari molto ottimistici al riguardo”.
"Nelle ultime settimane - rilevano i manager - si è assistito ad una nuova correzione. Tuttavia, esiste ancora un certo potenziale di delusione e, con questo, anche il rischio di ulteriori correzioni dei prezzi, se le banche centrali taglieranno i tassi di interesse più tardi o meno rapidamente di quanto attualmente previsto. Ciononostante, molti elementi suggeriscono che i rendimenti a fine anno saranno più bassi di quelli attuali in tutta la gamma delle scadenze. Le obbligazioni societarie dovrebbero tornare a superare i titoli di Stato dei paesi “core” della zona euro”.
Le obbligazioni societarie investment grade restano promettenti: “Il segmento investment grade, ovvero le obbligazioni con un rating elevato, sembra attualmente offrire un rapporto rischio-rendimento leggermente migliore rispetto al segmento high yield, in cui vengono negoziati emittenti con rating creditizi inferiori. Oltre al calo dei rendimenti, nel 2023 le obbligazioni societarie hanno infatti beneficiato della diminuzione dei premi di rischio (credit spread) rispetto ai titoli di Stato tedeschi. Ciò ha inoltre alimentato parte della loro sovraperformance rispetto ai titoli di Stato dei principali Paesi dell’area dell’euro. Attualmente, questo premio di rendimento è in media di 135 punti base per le obbligazioni societarie investment grade europee rispetto alle obbligazioni governative tedesche e di circa 400 punti base per le obbligazioni ad alto rendimento o “high yield” (1 punto base = 0,01%). In media, il rendimento pagato sul mercato è di circa l'1,35% ovvero circa il 4% in più all'anno rispetto alle obbligazioni federali tedesche. Questi premi di rischio scontano attualmente uno scenario ideale, vale a dire una crescita economica positiva ma non troppo forte, un andamento dell’inflazione positivo, quasi nessun default, un buon contesto di rifinanziamento, con rischi solo moderati che questa situazione continui”.
Rischi: geopolitica, sorprese economiche negative e inflazione: “Tuttavia, non è certo che questa situazione favorevole persista nel lungo termine. Nel corso dell’anno saranno possibili andamenti divergenti sia della crescita economica che dell’inflazione, anche se i dati attuali ne forniscono poche prove. Al tempo stesso, la situazione geopolitica è più tesa di quanto non lo sia stata da molti decenni e offre quindi un ampio potenziale per movimenti dei prezzi improvvisi e forti”.
I premi di rischio sembrano vulnerabili alle battute d’arresto: “Gli attuali premi di rischio sono molto probabilmente il risultato di un’offerta di liquidità attualmente abbastanza buona e di una forte domanda da parte degli investitori. In questo contesto, il mercato delle obbligazioni societarie in euro ha accolto insolitamente bene il flusso di nuove emissioni nelle prime settimane del nuovo anno. Normalmente, un’offerta così elevata di nuove obbligazioni dal mercato primario porta ad una leggera pressione sui prezzi delle obbligazioni già emesse sul mercato secondario. Ciò non è stato osservato affatto quest'anno. D'altro canto, i premi di rischio riflettono anche l'aspettativa di tagli brevi e consistenti dei tassi d'interesse, con corrispondenti effetti positivi sui costi di rifinanziamento delle imprese. Anche da questo lato esiste un certo potenziale di battute d’arresto, come già spiegato in precedenza”.
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