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La lunga corsa delle banche europee

7/29/2024 | Redazione ADVISOR

La trasformazione del settore bancario europeo nell'ultimo anno “è stata a dir poco straordinaria”. Ma quanto accaduto dal crollo di Credit Suisse a oggi proseguirà ancora?


Badis Chibani, CFA, Senior Research Analyst di Neuberger Berman, elogia la resilienza delle banche europee che, dopo un periodo tumultuoso nel 2023 (a seguito del crollo di Credit Suisse nel mese di marzo), hanno registrato i migliori risultati finanziaria in oltre un decennio. “Questo risultato è stato determinato dall'aumento dei ricavi dovuti al miglioramento dei margini, grazie ai molteplici aumenti dei tassi iniziati nella seconda metà del 2022” spiega Chibani. “Fondamentalmente, il settore è passato da una fase di bassa redditività e limitata distribuzione di capitale a una fase in cui registra ritorni a due cifre sul capitale proprio, ampi coefficienti patrimoniali, la più solida qualità degli attivi della propria storia e una significativa distribuzione di ricavi attraverso il pagamento di dividendi e l'acquisto di azioni proprie. Anche nella prima metà del 2024, il settore è rimasto solido. Sebbene ci aspettiamo una normalizzazione dei fondamentali nel lungo periodo, è probabile che le banche europee mantengano una solida base”.

I miglioramenti dei fondamentali delle banche europee, sottolineati dal Seniore Research Analyst di Neuberger Berman, hanno determinato una forte performance di mercato sia nell'azionario sia nel reddito fisso. Sul fronte obbligazionario, “tutte le tipologie di strumenti, dalle obbligazioni senior a quelle ibride (Additional Tier 1 o AT1), hanno visto i propri spread secondari restringersi continuamente da marzo 2023. Le autorità di regolamentazione bancaria europee hanno svolto un ruolo cruciale in questa ripresa, lanciando messaggi forti e rassicuranti negli ultimi 16 mesi”.

Ma anche altri fattori hanno favorito il settore: “Il calo dei premi per il rischio azionario e la minore volatilità dei tassi hanno probabilmente favorito la performance degli AT1 negli ultimi mesi” chiarisce Chibani. “L’attuale situazione di mercato è diventata così favorevole per gli emittenti che molte banche stanno scegliendo di sostituire gli AT1 con nuove emissioni ed esercizi di gestione delle passività, piuttosto che aspettare la data di call per entrare sul mercato primario. Siamo passati da uno scenario in cui il rischio di estensione era una preoccupazione a uno in cui il mercato è aperto a quasi tutte le banche disposte a emettere. Alla luce di questi sviluppi, la selezione delle obbligazioni AT1 richiede ora un approccio più sfumato, obbligazione per obbligazione, piuttosto che una strategia unica. A nostro avviso, gli investitori devono essere costruttivi nel processo di selezione, concentrandosi sugli attributi e sulle condizioni specifiche di ciascuna emissione”.

In conclusione, la trasformazione del settore bancario europeo nell'ultimo anno “è stata a dir poco straordinaria” a detta di Chibani. “Dalle conseguenze del crollo del Credit Suisse al raggiungimento di performance finanziarie stellari, le banche europee hanno dimostrato resilienza e capacità di adattamento. È chiaro che, sebbene sia probabile una certa normalizzazione dei fondamentali, il settore rimane solido e offre opportunità promettenti per gli investitori più attenti”.”

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