Sono sette americani, 1 svizzero e 2 europei i maggiori gestori patrimoniali al mondo. È quanto emerge dalla nuova ricerca del Thinking Ahead Institute, che evidenzia come il patrimonio totale gestito (AUM) dei 500 maggiori gestori patrimoniali del mondo ha raggiunto i 128,0 trilioni di dollari alla fine del 2023.

Nonostante non siano ancora stati raggiunti i livelli del 2021, la crescita annua è stata del 12,5% e segna una significativa ripresa rispetto alla forte correzione dell'anno precedente (gli AUM erano scesi di 18 trilioni di dollari nel 2022).

La ricerca rivela inoltre come la continua evoluzione degli asset attivi vs i passivi. Per la prima volta, le strategie di investimento passive rappresentano più di un terzo degli AUM tra le 500 maggiori società (33,7%). Anche le allocazioni delle classi di attività si sono evolute, con una rinnovata crescita dei mercati privati. 

In cima alla classifica, come si diceva troviamo i gestori statunitensi che rappresentano circa 14 delle prime 20 posizioni e rappresentano l'80,3% delle attività della top 20.

Passando ai singoli gestori patrimoniali, la ricerca mostra che BlackRock rimane il più grande gestore patrimoniale al mondo, con i suoi asset ora di nuovo sopra i 10 trilioni di dollari, segue Vanguard Group detiene un solido secondo posto con quasi 8,6 trilioni di dollari ed entrambi rimangono significativamente davanti a Fidelity Investments e State Street Global, classificati rispettivamente al terzo e quarto posto.

Tra le novità la scalata di Charles Schwab Investment, salito di 34 posizioni per raggiungere il 25 ° posto dal 59 ° posto. La prima europea in classifica è il colosso tedesco Allianz GI al nono posto, seguita al decimo posto dalla casa francese Amundi con 2,45 trilioni. Per trovare altri europei in classifica e proprio francesi si scende al 19°posto con Bnp Paribas e chiude al 20° posto Natixis IM

Jessica Gao, direttrice del Thinking Ahead Institute ha commentato: “I gestori patrimoniali hanno vissuto un anno di consolidamento e cambiamento. Sebbene vi sia stato un ritorno a una solida performance di mercato, l'anno scorso ha visto anche forze di cambiamento”. In particolare “Abbiamo continuato a vedere flussi netti in strategie passive poiché continuano a offrire una proposta di valore convincente, in particolare in termini di commissioni più basse e semplicità. Tuttavia, la crescente volatilità del mercato e i problemi di concentrazione, che in genere evidenziano la necessità di competenza per superare i benchmark, potrebbero essere un elemento di cautela verso l'allocazione del mercato passivo”.

"Nel frattempo, i gestori patrimoniali continuano a subire forti pressioni per far evolvere i propri modelli di business. Gli investimenti in tecnologia restano essenziali non solo per mantenere un vantaggio sul mercato, ma anche per soddisfare le mutevoli esigenze e aspettative dei clienti in termini di reporting e servizio clienti. La crescente concorrenza, la compressione delle commissioni e la crescente domanda di soluzioni di investimento più personalizzate e basate sulla tecnologia stanno mettendo alla prova le strutture tradizionali. Abbiamo assistito a notevoli successi dei gestori patrimoniali indipendenti rispetto a molti dei gestori patrimoniali più affiliati, collegati a compagnie assicurative o collegati a banche".

A seguire la classifica completa stilata dalla società.