Tempo di lettura: 4min

Le banche centrali si allontanano dal dollaro

7/5/2023 | Redazione Advisor

Dall’Annual Reserve Manager Survey 2023 di UBS AM, emerge che gli istituti prevedono di incrementare le proprie posizioni sullo yen e sul renminbi, nonché sulle valute legate alle materie prime


UBS ha recentemente ospitato l'Annual Reserve Management Seminar, durante il quale UBS Asset Management ha condotto un sondaggio, l’Annual Reserve Manager Survey 2023, tra 40 banche centrali a livello globale e che rappresenta uno dei momenti più attesi da parte dei gestori delle riserve delle banche centrali e dei sovereign wealth fund che gestiscono asset per oltre 15.000 miliardi di dollari USD.
 

Di seguito alcuni tra i punti chiave del sondaggio che ha sondato il parere dei partecipanti sull'attuale contesto economico, finanziario e geopolitico. Il sondaggio ha avuto come focus le aspettative delle banche centrali su diversi temi:

Macro: la maggioranza dei partecipanti alla survey (64%) ritiene che il regime economico più probabile nei prossimi cinque anni preveda uno scenario di atterraggio morbido, con un ritorno a una crescita contenuta e a un'inflazione moderata del 2-3%. Il 61% prevede che a un anno l’inflazione headline Usa si collocherà tra il 3-4%. Nessuno dei partecipanti prevede che l’inflazione finisca sopra il 5% o sotto lo zero.

Max Castelli, Head of Strategy and Advice, Sovereign Institutions di UBS Asset Management, ha commentato: "Quasi tre quarti [72%] dei partecipanti ritiene che l'era della 'Grande Moderazione' sia finita e pensa che in futuro sperimenteremo cicli economici più volatili".  

Geopolitica: La preoccupazione principale, citata dal 75% dei partecipanti, è un'ulteriore escalation dei conflitti geopolitici, seguita dalla paura dell'inflazione e/o da un aumento incontrollato dei rendimenti a lungo termine. L'89% dei partecipanti ritiene che ci stiamo muovendo verso un mondo multipolare, con blocchi guidati da Stati Uniti, Europa e Cina. In caso di escalation del confronto Usa-Cina, la stragrande maggioranza dei partecipanti (89%) si aspetta una maggiore frammentazione e polarizzazione, ma solo il 22% ritiene che le sanzioni sulle riserve valutarie cinesi siano un rischio.

Max Castelli: "Le preoccupazioni geopolitiche non stanno cambiando sostanzialmente l'atteggiamento degli investitori: oltre il 70% degli intervistati non ha ancora preso provvedimenti per affrontare una potenziale escalation del confronto Usa-Cina".

Investment Behavior: Le principali preoccupazioni nella gestione delle riserve in valuta estera sono la volatilità dei prezzi degli asset (74% degli intervistati), l'aumento dei tassi di interesse statunitensi (63%) e la diminuzione della liquidità nei mercati (51%). La diversificazione delle riserve in valuta estera dai titoli di Stato continua, ma a un ritmo più lento rispetto agli anni precedenti. I gestori delle riserve (Reserve manager) prevedono di aumentare le partecipazioni in strumenti a reddito fisso più conservativi, tra cui i titoli di Stato, i titoli sovranazionali e, in particolare, i Green Bond, mentre diminuisce sensibilmente l'attrattiva dei prodotti a spread. La diversificazione nell'azionario quotato continua, ma a un ritmo più lento rispetto agli anni precedenti. 

Max Castelli: "Nel 2022 la diversificazione non ha funzionato molto bene per le banche centrali, poiché la correlazione tra azioni e obbligazioni è diventata positiva: la maggior parte delle banche centrali ha registrato ritorni negativi a causa dell'aumento dei rendimenti e del calo dei prezzi delle obbligazioni. Ciò si riflette nel calo delle riserve registrato nel 2022, pari a circa 1 miliardo di dollari. Il fatto che la diversificazione delle riserve dai titoli di Stato abbia subito un rallentamento, ma non un'inversione di tendenza, testimonia l'evoluzione delle modalità di gestione delle riserve da parte delle banche centrali, meno procicliche e più simili a quelle di altri investitori istituzionali."

Valute: Il dollaro Usa e il renminbi sono le valute che sono state più spesso menzionate come aggiunte su base netta nell'ultimo anno. Le banche centrali prevedono di incrementare ulteriormente le proprie posizioni sullo yen e sul renminbi, nonché sulle valute legate alle materie prime. Il 47% ritiene tuttavia che il confronto Usa-Cina abbia rallentato la tendenza all'internazionalizzazione del renminbi. Il sentiment nei confronti dell'euro è migliorato in modo significativo: per la prima volta da anni i partecipanti al sondaggio hanno una previsione nettamente positiva di ulteriori allocazioni in euro.

Max Castelli: “È in corso un dibattito sul fatto se si stia iniziando ad assistere a un calo significativo del ruolo dominante del dollaro Usa nella gestione delle riserve a seguito dell'introduzione di sanzioni sulle riserve delle banche centrali della Russia. Le banche centrali accelereranno l'abbandono del dollaro Usa per timore di sanzioni in caso di escalation delle tensioni geopolitiche? Il leggero declino del dollaro Usa come principale deposito di ricchezza per i principali gestori di riserve mondiali continua, con il graduale movimento pluridecennale verso un mondo valutario multipolare. Non si tratta di un allontanamento dal dollaro, ma piuttosto di una lenta diversificazione verso altre valute".

Condividi

Seguici sui social

Cerchi qualcosa in particolare?