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In arrivo 9.000 potenziali cf autonomi. A rischio la leadership delle reti

7/9/2020

I commercialisti pronti a iscriversi all'Albo Unico dei consulenti finanziari per soddisfare la richiesta dei clienti. Un duro colpo per fee only e cf abilitati all'offerta fuori sede.


Quando nel lontano 2007 si parlava di un Organismo dedicato esclusivamente ai consulenti fee only c’era chi guardava al mondo dei commercialisti come possibile bacino per far nascere quell’albo. Poi la storia ha preso un’altra direzione, e nessuno si è più preoccupato dei commercialisti. Fino ad ora. 

 

Adesso i professionisti iscritti all’ODCEC (l’ordine di categoria) tornano a parlare di consulenza finanziaria e si preparano a scendere in campo. “Ampliare le opportunità di lavoro per i commercialisti iscritti all’Albo, sviluppare nuove professionalità e diffondere l’educazione finanziaria tra consumatori e investitori. Sono i fini del nuovo documento di ricerca “Il commercialista e la consulenza finanziaria agli investimenti”, pubblicato da Consiglio e Fondazione nazionali dei commercialisti” si legge sul sito press-magazine.it del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.

 

Il documento, curato da un apposito gruppo di lavoro dell’area Finanza Aziendale sulla base di importanti approfondimenti svolti da specifici gruppi di lavoro degli Ordini dei commercialisti di Torino e Firenze, ha esplorato presupposti normativi e metodologie operative necessari ai commercialisti che intendano erogare servizi di consulenza in ambito finanziario. In particolare, il documento ripercorre l’evoluzione normativa in materia di Consulenza Finanziaria, le norme che regolano l’Albo Unico dei Consulenti Finanziari e i numeri del settore in Italia. 

 

Non solo. Il documento redatto dal Consiglio Nazionale, chiarisce quali sono i servizi di consulenza finanziaria erogabili dal commercialista e, non ultimo, offre indicazioni molto chiare sulle modalità di iscrizione all’albo vigilato dall’OCF, sottolineando l’assenza di incompatibilità tra l’attività dei commercialisti e quella dei consulenti finanziari autonomi. 

 

 

“Uno dei principali obiettivi dell’attuale Consiglio nazionale – sottolinea il suo presidente Massimo Miani – consiste nell’identificare nuovi ambiti di lavoro e nell’ampliamento di nuove professionalità per i commercialisti. Nell’area di delega relativa alla finanza ciò è stato perseguito, da un lato, approfondendo tematiche connesse all’esigenza delle imprese di migliorare il proprio accesso al credito e, dall’altro, valorizzando le conoscenze che solo un commercialista ha dell’imprenditore e della sua situazione patrimoniale e familiare complessiva”. Si legge nel sito del CNDCE.

 

“L’elaborato – affermano i consiglieri delegati all’area Finanza Maurizio Grosso e Lorenzo Sirch – effettua una completa illustrazione della normativa sulla consulenza finanziaria, inclusiva del recente avvio della sezione Consulenti Finanziari Autonomi, già popolata da alcuni colleghi, presso l’Organismo Consulenti Finanziari (OCF), e illustra le modalità pratiche di svolgimento dell’attività di consulenza finanziaria indipendente (pagata solo dal cliente e quindi anche denominata fee only) in un Paese, gli USA, all’avanguardia nella prestazione di tale tipologia di consulenza”.

 

Adesso i numeri dell’Albo non spaventano (si contano solo 6 commercialisti iscritti all’OCF), ma quella che nel 2007 sembrava una “minaccia fantasma” oggi è un “attacco reale” che, se si concretizzerà, cambierà in maniera importante il mondo della consulenza finanziaria dal momento che, ad oggi, i commercialisti iscritti all’ordine di categoria che potrebbero fare il salto sono oltre 9.000.

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