Criptovalute, i luoghi comuni da sfatare sulle attività illecite

21/11/2023

Criptovalute, i luoghi comuni da sfatare sulle attività illecite

La News

Un luogo comune che è stato demistificato nel corso degli anni è che le criptovalute possono essere utilizzate per occultare facilmente le transazioni e, pertanto, vengono utilizzate regolarmente per scopi criminali. Lo confermano gli esperti di 21Shares, società di gestione specializzata in criptoasset, che citano i dati di Chainalysis, secondo cui nel 2022 l’attività illecita ha costituito meno dello 0,30% del volume totale delle criptovalute. Anche se è vero che esistono alcuni protocolli incentrati sulle funzionalità di incremento della privacy, Bitcoin, Ethereum e la maggior parte dei cripto asset oggi si affidano a una blockchain pubblica che consente di tracciare ogni transazione in una misura che non è possibile nella finanza tradizionale.

 

Secondo il rapporto Crypto Crime Trends⁴¹ del 2023 di Chainalysis, quest'anno il volume illecito delle criptovalute ha raggiunto il suo massimo storico di almeno 20,6 miliardi di dollari. Tuttavia, il 43% di tale volume proviene da attività associate a entità sanzionate (ad es., sanzioni OFAC⁴² di Hydra, Tornado Cash e Garantex), mentre tutte le altre attività illecite sono diminuite, ad eccezione dei fondi rubati.

 

 Inoltre, solo lo 0,24% del volume totale di criptovalute è stato associato a transazioni illegali. Negli ultimi anni, le forze dell’ordine sono state in grado di rintracciare fondi rubati grazie alla trasparenza della blockchain. Ad esempio, dal 2020 il governo degli Stati Uniti ha sequestrato almeno 215.000 BTC provenienti da reati legati a Silk Road e dall’hacking di Bitfinex del 2016.

 

Cosa ancora più impressionante, sfruttando la stessa trasparenza, il team di ricerca di 21Shares è stato in grado di monitorare le posizioni del governo degli Stati Uniti in tempo reale su una piattaforma dati chiamata Dune Analytics.

 

Sebbene la trasparenza intrinseca delle blockchain risolva molti dei difetti dei sistemi centralizzati opachi e basati sulla fiducia, solleva anche nuove sfide, e il team di ricerca di 21Shares ne individua due in particolare:

 

  • Rischi di conformità normativa: chiunque disponga di un dispositivo connesso a Internet può accedere ai protocolli cripto per impostazione predefinita, introducendo rischi di conformità come l’interazione con entità sanzionate o la violazione delle linee guida antiriciclaggio (AML) e di conoscenza della clientela (Know Your Customer, KYC).

 

  • Problemi di privacy: la trasparenza delle blockchain solleva problemi di sorveglianza per gli individui e impedisce alle istituzioni tradizionali di adottare questa tecnologia. Oggi, le aziende con risorse on-chain corrono il rischio che operatori malintenzionati eseguano operazioni di front running o si coordinino per colpire i loro livelli di liquidazione in una determinata posizione.
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Come possiamo superare queste limitazioni? 21Shares illustra due percorsi:

 

  •  Software di conformità delle criptovalute: l’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha sanzionato dieci entità nel 2022, con oltre 300 indirizzi wallet menzionati nelle sanzioni. Il rischio di avere uno di questi indirizzi come controparte può essere mitigato on-chain con l’aiuto di prodotti forensi come KYT (Know Your Transaction) di Chainalysis, un’API che aiuta le organizzazioni a mantenere la conformità alle normative locali e globali.

 

  • I protocolli che migliorano la privacy devono bilanciare la conservazione della privacy individuale con il rispetto  delle normative: ad esempio, il servizio di miscelazione decentralizzato Tornado Cash è stato sanzionato nell’agosto 2022 dall’OFAC per “facilitare il riciclaggio di denaro” relativo ai fondi rubati dagli hacker nordcoreani. Nonostante la complessità della sfida, molti protocolli stanno proponendo soluzioni attuabili che verranno lanciate gradualmente nei prossimi mesi. Ad esempio, Aztec ha presentato il suo “hybrid zk-rollup⁴³”, che consentirà l’esecuzione di smart contract privati, permettendo agli utenti di proteggere i propri dati e l’attività on-chain con un anonimato programmabile.
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