20/11/2023

Bond, i vantaggi delle scadenze a breve termine

La News

Il comparto del reddito fisso è stato investito da una forte volatilità. Nel segmento a lungo termine della curva dei rendimenti, il rendimento dei Treasury a 10 anni, che all'inizio dell'anno oscillava intorno al 3,5%, ha recentemente superato il 5%.

Meno “problematico” quello a breve, in cui gli investitori trovano i rendimenti più alti da oltre un decennio, sufficientemente da preservare da eventuali discese in caso di stretta ulteriore della politica monetaria.

 

“I rendimenti dei bond con scadenza a 1-3 anni vincono il confronto con tutti i rendimenti disponibili lungo una curva ormai costantemente piatta e, a differenza delle obbligazioni a lunga scadenza, offrono anche un certo grado di protezione da ulteriori rialzi dei tassi in caso di mancata discesa dell'inflazione” commenta Mickael Benhaim, Head of Fixed Income Investment Strategy & Solutions di Pictet Asset Management.

 

Come muoversi quindi in questo contesto?

“Gli investitori obbligazionari, che pure hanno ragione a essere preoccupati per il segmento a lungo termine della curva, vengono ripagati a sufficienza in rendimenti reali: le obbligazioni USA a 10 anni indicizzate all'inflazione rendono il 2,5%, storicamente, un rendimento reale consistente per quelli che sono considerati asset sicuri” commenta Benhaim.

 

Più accattivanti sono i rendimenti nel segmento a breve: le cedole sui bond a breve consentono rendimenti obbligazionari positivi anche in caso di ulteriori aumenti sostanziali dei tassi ufficiali.

Sono un'oasi felice nel mercato del reddito fisso, in quanto offrono rendimenti più alti rispetto ai fondi del mercato monetario, ma senza i rischi delle obbligazioni di durata più lunga. Il credito high yield statunitense a breve offre il 9,7% in dollari rispetto al 5,3% circa del mercato monetario.

Il breakeven del 5,5% significa che questi bond possono sopportare fino a un raddoppio dei tassi d'interesse ufficiali statunitensi in un anno prima di subire una perdita.

Sebbene anche il credito high yield statunitense a più lungo termine offra un rendimento a scadenza consistente 9,4%, il suo breakeven è solo la metà di quello delle obbligazioni con scadenza tra 1 e 3 anni.

La situazione è la stessa per l'intero universo dei bond a breve termine”.

 

“È probabile che l'era dei rendimenti obbligazionari pari a zero o negativi sia finita: verosimilmente, l'inflazione rimarrà superiore a quella a cui eravamo abituati, mentre i fattori strutturali a lungo termine suggeriscono che gli investitori beneficeranno di tassi reali positivi” conclude l’esperto di Pictet AM.

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