02/10/2023

Bce arrivata al termine del ciclo restrittivo

La News

Poche settimane fa, in un contesto di peggioramento delle condizioni economiche nell’Eurozona, la Banca Centrale Europea ha deciso, con voto non unanime, di aumentare i tassi di un altro quarto di punto. I tassi sono ora al massimo storico da quando è stata introdotta la moneta unica.

 

L’inflazione non rientrerà verso l’obiettivo del 2% nel 2024, come la Bce stimava pochi mesi fa, ma solo a metà del 2025. Il valore medio dell’inflazione sarà 5,6% quest’anno e 3,2% nel 2024, livelli ritenuti “troppo alti, per troppo tempo”.

 

“Durante la conferenza stampa Christine Lagarde (in foto) non ha dato, neppure questa volta, nessuna indicazione positiva, nessun indizio sulle scelte future” evidenzia Carlo Benetti, market specialist di Gam Investments in Italia. “Lagarde ha ribadito il mantra della dipendenza dai dati e sono proprio i dati economici grami a far pensare alla fine del ciclo di rialzo. Più che di nuovi aumenti, si parla di quanto a lungo verrà mantenuto l’attuale livello dei tassi”.

 

“La crescita dei prezzi non rallenta abbastanza e a Francoforte reagiscono in modo pavloviano, a dispetto delle condizioni dell’economia. L’ultima rilevazione dell’indice PMI conferma la debolezza dell’Eurozona: l’indice composito, che tiene assieme la manifattura con i servizi, è sceso da 48,6 di luglio a 46,7 ad agosto” prosegue lo specialista e commenta: ”Un declino pesante, quasi due punti in un indice in cui si commentano gli scostamenti decimali e, se si esclude la straordinarietà del picco al ribasso durante la pandemia, l’indice è tornato ai valori minimi del 2013”.

 

“Ancor più rilevante è la discesa sotto la soglia di 50 del settore dei servizi che ha messo la parola fine a un filotto di sette mesi positivi. Viene a mancare la compensazione che i servizi hanno dato al settore della manifattura, in contrazione da mesi. Le prospettive di crescita a breve termine dell’Europa sono peggiorate, il costo del denaro morde l’attività economica, la fiducia delle imprese e dei consumatori è debole e l’Europa si trova esposta alla bassa domanda estera, alla Cina in particolare”.

 

Il ritorno del rendimento sui bond e sulla liquidità” concede Benetti “è stato salutato con entusiasmo dai risparmiatori, le banche centrali possono proseguire nei loro piani di riassorbimento del bilancio, i rendimenti attraenti non fanno mancare la domanda e i sottoscrittori. A questi livelli anche la liquidità è diventata un concorrente non solo alle azioni ma anche alle obbligazioni”.

 

“Ma tenere la liquidità in attesa di maggiori certezze o tempi migliori è una scelta tattica che l’imperizia può trasformare in errore costoso. Cash is king, ma è re di maggio

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