A cena con Daniel Kahneman
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A cena con Daniel Kahneman
di Advisor Professional
La News
Quale è la media delle previsioni delle più grandi case americane per il prossimo decennio? Ciò che è certo è che non sarà un periodo finanziario aureo quale quello iniziato nel marzo del 2019, probabilmente irripetibile per molto tempo.
“A guardare i dati aggregati del risparmio degli italiani constatiamo che la tanto sbandierata educazione finanziaria non ha avuto conseguenze dirette o osservabili. Anche quelli che forse, o probabilmente, sanno, di fatto agiscono come se non sapessero: un enorme spreco di ricchezza e la convinzione di saper fare, di non aver bisogno di consigli” esordisce netto Paolo Legrenzi, professore emerito di psicologia cognitiva presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e autore di approfondimenti per la casa di gestione svizzera Gam Investments.
“Ora, poco prima del mio compleanno, mio figlio mi ha invitato a cena insieme a Barbara Tversky e a Daniel Kahneman: la prima volta che lasciavo Venezia dopo mesi, mesi e mesi. Mio figlio è digiuno della materia e Kahneman gli ha fatto una sintesi di quel che bisogna capire della mente umana per poter far fruttare i risparmi. Sono in fondo poche cose, ma essenziali” racconta il professore.
“Il primo punto consiste nell’ottimismo derivante da un eccesso di fiducia nelle proprie capacità. In inglese questo eccesso si chiama over-confidence perché la confidence è la fiducia in se stessi mentre trust è la fiducia negli altri: una distinzione cruciale che non abbiamo nel lessico italiano” prosegue Legrenzi. “Qui la conclusione è semplice: se crediamo molto, troppo, in noi stessi, non crediamo di aver bisogno del consiglio altrui. Purtroppo gli investimenti sono lo scenario dove maggiormente questo eccesso di fiducia ci porta fuori strada”.
“La causa principale di questo approccio sono i modelli semplicistici della realtà che ci facciamo tramite i processi di focalizzazione, concentrandoci su troppe poche cose, restringendo così la nostra prospettiva e visione delle possibilità future”.
“Il secondo punto sottolineato dal celebre psicologo” riprende Legrenzi “è il grande capitolo delle distorsioni sistematiche nel giudizio, i bias, che possono portarci fuori strada quando dobbiamo prendere una decisione”.
“Non sempre è chiaro il confine tra quello che è sotto il nostro controllo e quello che non lo è. Gli inesperti tendono a credere che anche l’imprevedibile sia sotto il loro controllo: di qui un eccesso di ottimismo. Ma tutto avviene a loro insaputa”.
Ecco perché il titolo del libro più famoso di Kahneman è “Thinking fast and slow”, nel senso che prima pensiamo veloce e, di conseguenza agiamo in modi spontanei e impulsivi.
I lavori di Kahneman costituiscono un enorme passo avanti rispetto a quelli dei ricercatori che erano giunti alla stessa proposta teorica perché lo studioso israeliano ha condotto (con l’amico e collega Amos Tversky) tutta una serie di esperimenti che danno fondamento e sostanza a questa distinzione di livelli che investe tutte le azioni umane.
Mentre nel primo secolo di vita, la psicologia assumeva che i processi mentali inconsci fossero relativamente limitati e circoscritti a sfere specifiche, con Kahneman l’inconscio finisce per pervadere ogni sfera dell’azione e del pensiero: dai giudizi alle decisioni e alle scelte in campo economico, medico, aziendale e finanziario
“La morale di tutto ciò è che” conclude Legrenzi “imparare la finanza comportamentale ci insegna molto di più di quello che ci serve per saper investire in modo efficace i nostri risparmi.

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