I cinque punti chiave della crisi bancaria attuale
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I cinque punti chiave della crisi bancaria attuale
di Advisor Professional
La News
Le autorità e la Banca Centrale svizzere hanno fatto proclami audaci sul ritorno alla stabilità dopo il salvataggio d'emergenza di Credit Suisse da parte di UBS. Ma ora cosa può succedere?
Gli esperti di PGIM provano a rispondere con cinque considerazioni chiave.
1. NON SIAMO NEL 2008: Sushil Wadhwani (PGIM Wadhwani).
A prescindere dall'iniziale reazione negativa del mercato, vale la pena ricordare che le conseguenze sarebbero state ben peggiori se le autorità non avessero affrontato il Credit Suisse così rapidamente.
Pochi giorni dopo il crollo della Silicon Valley Bank, la situazione del Credit Suisse ha fatto crescere i timori di una più ampia emergenza finanziaria. L'esitazione erode la fiducia e la Banca Nazionale Svizzera si è affrettata a evitare che si ripetessero i ritardi decisionali del 2007-2008.
Nel frattempo, le normative europee successive al 2008 assicurano che le banche siano sottoposte a rigorosi stress-test e dispongano di un maggiore capitale per assorbire le perdite. L'aver evitato il collasso di una grande banca collegata al sistema può essere visto come un fatto positivo, così come il coinvolgimento di sostegno del governo "di casa", delle autorità di regolamentazione e della banca centrale.
2. UN PROMEMORIA PER RICORDARE CHE LE OBBLIGAZIONI ADDITIONAL TIER-1 SONO RISCHIOSE: Ed Farley (PGIM Fixed Income)
L'azzeramento totale degli AT1 è stato ragionevolmente draconiano. Resta da vedere se sia stato un errore azzerare i possessori di AT1, in quanto gli investitori si chiedono se le loro partecipazioni potrebbero essere prive di valore in caso di un altro crollo bancario. Di certo hanno avuto un doloroso promemoria del rischio associato allo strumento ad alto rendimento e a qualsiasi altra obbligazione subordinata.
La BCE ha già reagito per rassicurare i mercati, indicando che qualsiasi risoluzione che coinvolga le banche dell'Area Euro comporterà perdite per gli azionisti prima che per i detentori di AT1, ma l'incertezza potrebbe rimanere.
3. LE AUTORITÀ VORRANNO SEPARARE LA LOTTA ALL'INFLAZIONE DALLE CONSIDERAZIONI DI STABILITÀ FINANZIARIA: Sushil Wadhwani (PGIM Wadhwani)
L'aver iniziato il ciclo di rialzo dei tassi prima di altre banche centrali pone la BOE in una posizione di vantaggio. La Banca aveva già segnalato la possibilità di una pausa nei rialzi dei tassi nella precedente riunione e i primi segnali che la pressione inflazionistica si sta esaurendo dovrebbero dare un conforto sufficiente per sospendere il ciclo di rialzi dei tassi senza dare l'impressione che stia facendo un passo indietro nel raggiungimento dell'obiettivo di inflazione.
Questa mossa avrebbe l'ulteriore vantaggio di offrire sollievo ai mercati, viste le recenti preoccupazioni in alcune aree del settore bancario.
4. LA SITUAZIONE È ANCORA IN EVOLUZIONE: Michael Dicks (PGIM Wadhwani).
Tenere d'occhio gli schermi; la risposta della Fed vi dirà non solo cosa pensa del sistema finanziario statunitense, ma soprattutto cosa pensa del contagio. Nei prossimi giorni scopriremo fino a che punto la Fed è disposta a spingersi.
Naturalmente, i cicli di inasprimento monetario riservano quasi sempre sorprese in termini di vulnerabilità precedentemente sottovalutate. I mercati sono ora ovviamente più vulnerabili a futuri shock sulla scia del Credit Suisse. Se le discussioni sul limite del debito negli Stati Uniti dovessero andare male, l'impatto sull'economia e sui mercati globali potrebbe essere molto maggiore rispetto a tempi più "normali".
5. IN QUESTA FASE NON C'È UN'OVVIA PROSSIMA MOSSA EUROPEA DA COMPIERE: Ed Farley (PGIM Fixed Income).
Credit Suisse è stato a lungo il malato d'Europa e si è staccato dal resto del settore bancario europeo. Deutsche Bank ha fatto quello che il Credit Suisse non è riuscito a fare: ha svoltato l'angolo e non è più in ospedale.
Il Credit Suisse ha vissuto molte turbolenze negli ultimi anni, affrontando una serie di ristrutturazioni, rimpasti di gestione e crisi di governance. È riuscito a resistere a consistenti deflussi dalle sue attività principali di gestione patrimoniale, equivalenti alla corsa ai depositi che ha portato al fallimento di SVB, ma alla fine non è riuscito a sopravvivere. Il percorso che ha portato a questo risultato è stato lungo e, sebbene gli eventi recenti siano stati preoccupanti, non sono del tutto sorprendenti.

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