28/03/2023

L’asset allocation durante la crisi delle banche

La News

A marzo il FOMC (il Comitato della Federal Reserve che ha la delega sulla politica monetaria) ha nuovamente aumentato i tassi di 25 punti base, e continuato a segnalare che "potrebbe essere appropriato un ulteriore irrigidimento delle politiche". Però le aspettative future per quanto riguarda i tassi mostrano una previsione mediana invariata del 5,1%.

La banca centrale statunitense ha così preso tempo, senza precludersi nessuna strada, né verso nuovi aumenti né verso la conclusione della fase di rialzi.

“Il messaggio chiave di Powell è che la Fed sta ora esaminando misure più ampie delle condizioni finanziarie - non solo indicatori basati sul mercato ma anche misure delle condizioni del credito, con il canale dei prestiti bancari che svolge un ruolo centrale nella trasmissione della politica monetaria e che è al centro delle tensioni in corso” spiegano dalla Direzione Investimenti di Fidelity International.

 

Ma qual è lo scenario che si sta delineando nella situazione attuale?

“Con l’evoluzione della crisi del sistema bancario, riteniamo che la probabilità di un hard landing sia notevolmente aumentata negli ultimi giorni - commentano gli esperti - L'attuale tensione del mercato, sintomo dell'ampiezza e della velocità dell'inasprimento delle politiche finora adottate, sta alimentando ricadute più ampie attraverso il canale dei prestiti bancari all'economia reale.

Di conseguenza, riteniamo che la probabilità di una recessione statunitense nei prossimi 12 mesi sia ora pari al 95%, rispetto al 55% di prima dell'inizio della crisi bancaria. Sottolineiamo poi che i rischi legati al nostro scenario di base sono decisamente orientati al ribasso, con una probabilità non banale (15%) nei prossimi 12 mesi di una recessione di bilancio più grave e profonda”.

 

Come posizionarsi a questo punto?

“Siamo ancora favorevoli a un atteggiamento prudente, espresso da un sottopeso sul credito e da un sovrappeso sulla liquidità.

La fine del ciclo di inasprimento della Fed si sta avvicinando e siamo consapevoli che ciò può potenzialmente provocare un rally di sollievo negli asset di rischio nel breve termine.

 

Tuttavia, riteniamo che la notevole quantità di inasprimenti già attuati, il rallentamento della crescita, l'inflazione elevata e ora le tensioni nel settore bancario giustifichino un approccio difensivo.

Continuiamo a privilegiare i mercati emergenti rispetto ai Paesi sviluppati, sebbene l'inasprimento degli standard di prestito negli Stati Uniti e in Europa rappresenti un vento contrario per le valute emergenti.

La storia della riapertura della Cina è ancora intatta, il che significa che la Cina potrebbe essere un utile diversificatore nel caso in cui la crescita dei Paesi sviluppati si fermi o le tensioni bancarie si intensifichino.

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