17/03/2023

Tech, le aree più interessanti dopo SVB

La News

L’impatto della Silicon Valley Bank (SVB) statunitense sui mercati finanziari è stato analizzato in mille report. Ma qual è stato invece il suo impatto sui settori della tecnologia? Gli eventi hanno sollevato infatti alcuni importanti interrogativi sull'ecosistema tecnologico.

“La ragione principale è l'eccesso di capitale affluito al settore tecnologico nel 2020 e 2021 - mette in chiaro Hyun Ho Sohn, Portfolio Manager del Fidelity Global Technology Fund di Fidelity International - I prossimi anni potrebbero essere caratterizzati da una riduzione delle valutazioni nel Venture Capital, da rendimenti più bassi e da un rallentamento degli investimenti, in quanto l'evento SVB rende più cauti le aziende e gli investitori”.

 

Si tratta in verità di un trend che era già iniziato prima di questo default, ma gli eventi degli ultimi giorni accelereranno il processo.

“L'impatto potrebbe andare oltre le start-up - avvisa il gestore di Fidelity - Anche le società quotate in fase avanzata, non redditizie o poco redditizie, saranno sottoposte a nuove valutazioni e costrette a ridurre i costi. Di conseguenza, ritengo vi siano possibili rischi in questi settori in cui la domanda proviene da questo tipo di aziende, vale a dire tecnologia venduta ad aziende tecnologiche. Sottosettori come il software, in particolare quello per gli sviluppatori, saranno tra i più impattati”.

 

E l’impatto sugli investitori? “Il ritorno sull'investimento di questo capitale da parte dell'ecosistema non è stato così elevato anzi, dal punto di vista dell'ecosistema, potrebbe essere inferiore a quello dell'ultimo decennio, nel quale abbiamo visto molte aziende tecnologiche creare solide attività, sconvolgendo i settori tradizionali o creando nuove categorie, e fornire forti rendimenti agli investitori, alimentando così un ciclo virtuoso di flussi”.

 

Vale la pena rimanere su questo settore? “Ci sono vari motivi per rimanere costruttivi.

La domanda di tecnologia è diversificata: le grandi banche, i beni di consumo, le aziende farmaceutiche e i governi continuano a spendere molto in IT. Anche le aziende del settore industriale, manifatturiero ed energetico stanno aumentando gli investimenti nel settore e vedo una serie di opportunità nell'automazione industriale e nella digitalizzazione.

Inoltre, i vincitori possono trarre vantaggio dal consolidamento del settore e dal crollo dei concorrenti. Ad esempio, Uber potrebbe rafforzarsi nel settore del ridesharing e della consegna di cibo, in quanto i concorrenti hanno difficoltà a tenere il passo. Nel settore dei pagamenti digitali, società come Adyen potrebbero trarre vantaggio dalla domanda di sicurezza”.

 

Dove puntate? “Rimangono interessanti i titoli come le piattaforme tecnologiche di consumo Uber, Airbnb, Spotify, Netflix, ecc. che presentano solidi fondamentali con potere di determinazione dei prezzi.

Sono anche sempre più positivo sugli asset difensivi di lunga durata come le aziende americane che dispongono di torri di trasmissione, alla luce del loro profilo di domanda molto difensivo e le valutazioni relativamente interessanti, visto l'impatto dell'aumento dei tassi. Sono positivo anche sulle apparecchiature per le comunicazioni, che hanno un profilo di domanda difensivo e restano sfavorite in termini di consensus.

 

Nell'ambito dei settori ciclici, i semiconduttori, come i semiconduttori per smartphone, hanno valutazioni al ribasso e una domanda depressa e appaiono molto sfavoriti, per cui potrebbero rappresentare un'interessante opportunità in termini di stock picking.

Infine, alcuni operatori storici del settore dei pagamenti digitali sono meno colpiti dall'inflazione dei prezzi al consumo e dovrebbero beneficiare delle difficoltà delle start-up fintech nel prossimo periodo. In questa fase sono restio a seguire gli altri in una fuga verso la qualità, dove le aziende hanno valutazioni superiori.

Il mercato è sovrappesato e non credo che queste società saranno difensive in caso di deflussi dal settore tecnologico”.

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