I quattro driver delle azioni Emergenti
30/01/2023
I quattro driver delle azioni Emergenti
di Advisor Professional
La News
La crescita economica dei Paesi emergenti è destinata a rallentare quest’anno.
Ne è convinto David Rees, Senior Emerging Markets Economist di Schroders, che elenca i tre motivi di questa sua convinzione.
In primo luogo la recessione dei Paesi più sviluppati, che rappresenta una minaccia particolare per le piccole economie aperte dell'Asia, dell'Europa Centrale e Orientale e del Messico, che fanno affidamento sulle esportazioni per trainare la crescita.
Poi i prezzi delle materie prime che scenderanno per la recessione nonostante la riapertura della Cina e che quindi peseranno sugli emergenti esportatori di commodity.
Infine l'inasprimento della politica economica interna peserà sempre più sulla crescita. Il deterioramento delle posizioni della bilancia dei pagamenti significa che i tassi potrebbero dover aumentare ulteriormente in alcune parti dell'Asia e dei Paesi dell'Europa Centro-Orientale se le condizioni finanziarie globali continueranno ad inasprirsi.
Eppure, nonostante tutto questo, le prospettive per i mercati azionari di questi Paesi rimangono positive.
L'inflazione in questi Paesi è già intorno al suo picco e dovrebbe iniziare a scendere nel corso del 2023.
Questo allevierà la pressione sui redditi reali e probabilmente consentirà ad alcune Banche Centrali, in particolare in America Latina, di ricominciare ad abbassare i tassi di interesse nella seconda metà dell'anno, avviando una ripresa ciclica verso il 2024.
Ecco quindi i quattro driver dell’equity secondo l’Head of Emerging Market Equities Tom Wilson.
Il potenziale di ripresa della Cina, che potrebbe registrare una ripresa ciclica con l’abbandono delle politiche di “zero covid”.
L’immobiliare ha subito un inasprimento preventivo con una stretta normativa sulla leva finanziaria degli sviluppatori, ma ora le autorità stanno fornendo gradualmente un sostegno politico.
Anche se, non occorre dimenticare come la crescita globale peserà sull'andamento delle esportazioni nel 2023.
Poi il rallentamento dell’inflazione. Il miglioramento dei tassi d'interesse reali (o corretti per l'inflazione) fornirà un maggiore sostegno alle valute emergenti, che appaiono ampiamente a buon mercato.
Un dollaro più morbido dovrebbe consentire alle valute degli emergenti di riprendersi, alleviando la pressione sulle Banche Centrali e sulle condizioni finanziarie degli stessi mercati emergenti.
E ancora: le valutazioni convenienti: riflettono già una più difficile prospettiva degli utili. L'incertezza e lo stress degli utili a breve termine possono rappresentare opportunità di investimento.
“Le valutazioni azionarie sono ampiamente a buon mercato rispetto alla storia e una ripresa della valuta dei Paesi emergenti migliorerebbe i rendimenti per gli investitori in dollari” spiega Wilson.
Infine, le prospettive per i prossimi mesi. Sono deboli e incerte e la volatilità potrebbe rimanere elevata nel breve.
Ma il 2023 potrebbe portare un picco nel ciclo monetario e il 2024 condizioni economiche migliori. Recentemente i mercati sono rimbalzati, ma gli investitori dovrebbero continuare a cercare opportunità per aggiungere esposizione nei prossimi mesi.

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