Europa, cinque fattori per scongiurare una recessione
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Europa, cinque fattori per scongiurare una recessione
di Lorenza Roma
La News
Il rialzo costante dell’inflazione causato dal conflitto in Ucraina ha intaccato la fiducia dei consumatori e ha spinto l’Europa sull’orlo di una recessione. Tuttavia, fattori come il sostegno fiscale, la spesa legata alla guerra, l'abbandono delle restrizioni anti Covid-19 e i ricchi portafogli di ordini potrebbero scongiurare la possibilità che si verifichi. Parola di Tomasz Wieladek, Economista internazionale di T. Rowe Price.
L'impennata dei prezzi energetici inciderà sull'economia reale dell'Eurozona. L'industria europea fa molto affidamento sul gas come fattore di produzione chiave, non ultimo per la generazione di elettricità. I rincari di questa materia prima comporteranno un forte declino dell'attività industriale.
Anche i rialzi dei prezzi alimentari sono destinati ad avere conseguenze: la guerra ha già colpito la produzione e la distribuzione di alimenti in Ucraina, che è uno dei maggiori produttori di frumento e grano.
Le categorie alimentari ed energetiche coinvolte costituiscono il 36% del paniere di beni considerati per calcolare l'inflazione nell'Eurozona. In altre parole, i prezzi del 36% del paniere di consumi medi stanno aumentando e probabilmente continueranno farlo, riducendo la capacità di spesa dei consumatori per altre cose.
In questo scenario di incertezza i consumatori sono già molto preoccupati per le loro finanze. Una riduzione dei consumi aumenta la possibilità che si verifichi uno scenario di recessione in Europa.
Tuttavia, secondo Wieladek ci sono cinque fattori attenuanti di rilievo da prendere in considerazione.
In primo luogo, diversamente dai precedenti episodi di ascesa rapida dell'inflazione, oggi molti governi europei stanno usando la politica fiscale per contrastare in parte gli effetti a carico dei consumatori.
Inoltre, ci sarà un aumento della spesa governativa legata alla guerra. L'arrivo di 4 milioni di rifugiati ucraini nell'Eurozona probabilmente farà aumentare i consumi privati in misura compresa fra lo 0,5% e l'1% quest'anno.
Il terzo fattore è legato alle mosse degli Stati d'Europa che hanno aumentato la spesa per la difesa in risposta alla guerra, a cominciare dalla Germania che ha stanziato un pacchetto da 100 miliardi di euro per modernizzare le forze armate.
Anche la rimozione di tutte le restrizioni anti Covid-19 nel breve termine favorirà il rimbalzo dell'attività nel settore dei servizi attenuando la possibilità che l’Europa cada in recessione.
Infine, il portafoglio ordini dell'industria manifatturiera tedesca resta ai livelli più alti dai tempi in cui è iniziato il monitoraggio di questo dato negli anni Sessanta. Sebbene il conflitto abbia interrotto le filiere logistiche fra l'Ucraina e l'Europa occidentale, nel corso di quest'anno si dovrebbe riuscire a sostituirle con rotte alternative.
“Questi fattori mitiganti fanno pensare che l'Eurozona abbia almeno una chance di evitare la recessione”, spiega Wieladek. “Ciononostante, in questa fase crediamo che la probabilità di una recessione nell’Unione monetaria sia di circa il 50% quest'anno”.
La guerra in Ucraina ha decisamente complicato la vita alla BCE che si trova a dover scegliere se favorire la crescita o contrastare l’inflazione. Ad ogni modo, secondo l’economista di T. Rowe Price, la BCE probabilmente dovrà tagliare le previsioni di crescita ed effettuare meno rialzi dei tassi di quelli previsti dai mercati, il che potrebbe appiattire ulteriormente la curva dei rendimenti dei bund.

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