04/04/2022

L’impatto dell’inflazione sui risparmi

La News

A partire da fine anni ‘90, l’inflazione non è mai stata un grosso problema, visto che si aggirava al massimo intorno al 2-3% per anno, soprattutto considerando che negli anni ’80 in Italia avevamo un tasso di inflazione del 20% per anno.

Tuttavia nel corso dell’ultimo anno l’inflazione sta tornando a riempire i nostri pensieri: le impennate dei prezzi del petrolio, del gas naturale e dell’energia elettrica stanno spingendo verso l’alto i prezzi dei beni e di conseguenza il tasso di inflazione.

 

L’aumento dei prezzi delle materie prime è una delle cause che innescano l’inflazione.

Quella da costi deriva proprio dal fatto che alcuni fattori di produzione (i costi delle materie prime, del lavoro, dell’energia, dei trasporti per distribuire il prodotto) subiscono un aumento e questo spinge a sua volta il produttore a incrementare i prezzi del prodotto finito.

Un secondo motivo per cui si ha un aumento dei prezzi si verifica quando la domanda di un prodotto aumenta più di quanto cresca la sua disponibilità. In questa circostanza, per esempio, è possibile che la sua carenza possa provocare un aumento del suo prezzo e in ogni caso vi saranno comunque consumatori disposti a spendere di più per averlo.

 

L’inflazione viene infatti definita come un incremento persistente dei prezzi dei beni e dei servizi. Il calcolo è naturalmente statistico: l’ISTAT, l’Istituto Nazionale di Statistica, monitora un insieme di beni e servizi che viene rivisto a cadenza regolare e che ormai comprende oltre 1.700 prodotti. L’operazione consiste nel monitorare le abitudini di spesa delle famiglie, i nuovi prodotti o servizi che entrano nelle consuetudini dei consumatori.

 

Facciamo un esempio. Ipotizziamo di mettere in un cassetto 10mila euro, con un tasso di inflazione del 5%.

Dopo tre anni riapriamo il nostro cassetto e ritroviamo i 10mila euro, ma nel frattempo i prezzi di tutti i bene che siamo soliti acquistare sono aumentati, e il nostro tesoretto si è ridotto purtroppo a circa 8.500 “reali” o adeguati all'inflazione.

 

Una “tassa” silenziosa” - ma proprio per questo ancora più pericolosa, visto che ci sottrae denaro senza che noi ce ne accorgiamo - che possiamo affrontare con i giusti consigli. Ma è necessario avvalersi di professionisti qualificati, che in questo caso sono i consulenti finanziari.

 

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