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Sfida della redditività, le reti battono le banche

12/9/2021

Le prime sette reti di consulenti finanziari si dimostrano più remunerative nei confronti degli azionisti rispetto alle prime sette banche commerciali. Nel futuro vincerà chi saprà investire meglio. La ricerca di Excellence Consulting


Le banche reti battono nettamente le banche commerciali in termini di redditività. E’quanto emerge dalla ricerca di Excellence Consulting “Albero del ROE, confronto tra banche Reti e banche Commerciali”, che analizza i dati dei bilanci 2020, dalla quale emerge che le prime sette reti di consulenti finanziari (Fideuram, Mediolanum, Fineco, Banca Generali, Azimut, Allianz, Euromobiliare) si dimostrano più remunerative nei confronti degli azionisti rispetto alle prime sette banche commerciali (Unicredit, ISP, Bbpm, MPS, Credit Agricole, BNL, Credem).

 

L’analisi di Excellence evidenzia che il ROE, ricalcolato non considerando le rettifiche sui crediti imputabili all’effetto Covid, in media è pari al 22% per le reti, mentre per le commerciali si ferma al 2% e a rendere ancora più rilevante questa differenza è il fatto che le banche commerciali necessitano di maggiore capitale rispetto alle reti.  L’analisi di Excellence dimostra in realtà che il modello di business delle commerciali consente loro di generare più ricavi anche nell’attuale contesto di tassi bassi o negativi: infatti, i margini d’ intermediazione sugli assets delle commerciali (186 punti base) risultano più alti di quelli delle reti (che si attestano a 89 punti base). A determinare questa differenza concorre il fatto che i ricavi delle reti sono già decurtati dal costo dei consulenti finanziari, che vengono remunerati in percentuale dei risultati commerciali ottenuti.

 

Quali sono allora le motivazioni per cui il ROE delle commerciali è inferiore a quello delle reti? La causa è imputabile a due componenti di costo, che per le banche commerciali sono molto più elevate rispetto alle reti: i costi operativi sugli assets (131 punti base vs 40 per le reti), dovuti a stipendi fissi e volume di dipendenti ampio e articolato, e le rettifiche sui crediti rispetto agli assets, che sono maggiori nel caso delle banche commerciali (25 punti base, rispetto a 0,7 per le reti).

 

Nel complesso, l’analisi di Excellence mette in luce che in un’economia come l’attuale a tassi zero e in un’attività come quella bancaria che ha spazi di imprevedibilità, poiché i margini di intermediazione/assets bilanciano sostanzialmente i costi operativi/assets, la remuneratività per gli azionisti delle banche commerciali risulta connessa principalmente alle rettifiche su crediti, ossia la capacità di fare banca, cioè il sapere scegliere a chi, privato o impresa, concedere credito.

 

“Nell’attuale momento – afferma Maurizio Primanni, ceo Excellence Consulting - di tassi d’interesse vicino allo zero, che secondo i principali analisti potrebbero rimanere tali nel medio periodo, la capacità di remunerare gli azionisti è generata più dal modello di business della banca più che da altri elementi, e ciò a prescindere dai contraccolpi dell’emergenza sanitaria. La differenza non è stabilita tanto dal patrimonio, dai costi operativi o dal margine di intermediazione, sempre maggiori nelle banche commerciali, ma dalle rettifiche sul credito erogato. Si pone quindi la necessità di evolvere il sistema di finanziamento alle imprese, riducendo nel tempo il peso del credito bancario e aumentando conseguentemente la diffusione dei prodotti alternativi di Private Debt e Private Equity, i quali però richiedono un intervento di revisione complessiva dei sistemi organizzativi, comportamentali e delle competenze delle banche”.

 

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