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6/14/2023 | Redazione Advisor
La nascita degli SDG ha ampliato la validità di alcune tipologie di strumenti finanziari. Nel 2008 la banca mondiale aveva infatti lanciato il primo green bond. Oggi, i Green, Social e Sustainability Bond (GSS Bond) rappresentano un mercato da oltre 3.500 miliardi di dollari, aiutando così in modo importante a rispondere alla necessità di ulteriori investimenti per raggiungere gli SDG, stimati in 2.500 miliardi di dollari.
Ma quali sono stati i principali beneficiari? "Dal nostro ultimo report sul mercato dei GSS Bond è emerso che i capitali reperiti tramite questo tipo di obbligazione sono indirizzati verso progetti ambientali e sociali localizzati nei mercati emergenti, spesso anche da emittenti con sede nei Paesi sviluppati" spiega Pietro Sette (nella foto) research director di MainStreet Partners.
Se da un lato ci si aspetta che gli investitori giochino un ruolo significativo in questo ambito, negli ultimi anni le quote di investimenti legati agli SDG sono in netta diminuzione. Durante la pandemia, il flusso globale di investimenti verso i mercati in via di sviluppo è stato sotto forte pressione, ed è calato del 42% nel 2021 rispetto ai due anni precedenti.
Nel 2021 abbiamo constatato un aumento del 125% nei capitali di GSS Bond utilizzati in mercati in via di sviluppo rispetto al 2019. Il Sud America è stata la regione che ha mostrato la crescita maggiore, mentre l’area con il dato più alto di investimenti rimane l’Europa. Con 548 miliardi di euro a fine 2022, è la principale destinataria dei flussi di capitale tramite GSS Bond, con numeri quasi 4 volte maggiori rispetto all’Asia, seconda classificata con 145 miliardi di euro.
"Lo squilibrio tra investimenti con obiettivi SDG nei mercati emergenti e nei mercati sviluppati acutizza la situazione che porta le aree più esposte al rischio climatico ad avere mezzi più limitati per poter finanziare una transizione energetica. Si tratta di finanziare non solo progetti di mitigazione del cambiamento climatico, come ad esempio, impianti di generazione di energia da fonte rinnovabile, ma anche soluzioni di adattamento al cambiamento climatico come, ad esempio, per prevenire esondazioni di bacini idrici" precisa Sette.
L'ultimo GSS Bond report di Mainstreet Partners in particolare ha evidenziato come gli SDG più comunemente indicati dagli emittenti siano quelli legati ai temi ambientali e a quello della salute. "Nel 2022, i 5 SDG più utilizzati (trovati nel 46% dei GSS Bond) sono: città e comunità sostenibili (18%); energia pulita ed accessibile (17%); lotta contro il cambiamento climatico (12%); imprese, innovazione ed infrastrutture (12%); salute e benessere (7%)" dettaglia Sette.
Ma i GSS Bond emessi nei mercati emergenti sono ancora solo una piccola parte rispetto al totale emesso a livello globale, e rappresentano oggi una quota pari al 9%. A dimostrarne la forte crescita, il valore è però triplo rispetto al 2015. La Cina rimane il mercato principale, rappresentando oltre il 60% del totale. Nonostante ciò, il numero di Paesi in cui sono stati emessi GSS Bond è cresciuto molto negli ultimi anni. Nel database di MainStreet Partners sono presenti GSS Bond emessi in 35 Paesi in via di sviluppo, rispetto ai soli 8 nel 2015.
"La mancanza di finanziamenti resta comunque l’ostacolo principale per raggiungere gli SDG, e la situazione rimane ancora più acuta nei Paesi in via di sviluppo. Se da un lato i GSS Bond aiutano, negli ultimi anni l’attenzione verso progetti legati agli SDG è in realtà diminuita, in modo ancor più evidente nei mercati in via di sviluppo. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e l’Accordo di Parigi possono essere raggiunti solo con determinazione da parte sia dei Paesi sviluppati sia dei Paesi in via di sviluppo. I GSS Bond non vogliono certo rappresentare una panacea, ma offrono agli investitori istituzionali uno strumento affidabile per salvaguardare i propri capitali nel lungo termine, ed al contempo aiutare l’economia globale a raggiungere gli SDG" conclude l'esperto della società.
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