Dieci errori da non commettere nell'uso di Linkedin
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Dieci errori da non commettere nell'uso di Linkedin
di Andrea Boscaro
Googlarsi - qualunque professionista ne è consapevole - non è un atto di narcisismo: è preoccuparsi di quanto vedrebbe chi facesse ricerche sul nostro un conto, un cliente, un collega, una persona che volesse informarsi sulla nostra esperienza e sulle nostre competenze.
Se vogliamo "scalare" i risultati che il motore di ricerca mostra e far sì che siano le informazioni che noi vogliamo trasmettere ad essere le prime ad apparire con riferimenti professionali aggiornati e con informazioni che accreditino al meglio i talenti che possediamo e le attività che ci vedono protagonisti allora Linkedin è la via più semplice ed efficace per consolidare online il nostro brand personale.
La sua sottovalutazione e, in parte, il confronto con il più noto Facebook ne rendono però spesso trascurata la gestione e superficiale l'uso. Ecco pertanto dieci errori che non debbono essere commessi nel suo uso da parte di un professionista:
- pubblicare un profilo con una foto non professionale ed, ancor più, una foto inadeguata al contesto come la foto delle vacanze o di un matrimonio. Per non parlare di chi pubblica la foto dei propri figli. Utile anche personalizzare il template del profilo con l'immagine dell'organizzazione per la quale lavoriamo;
- inserire un "job profile" generico: deve essere quello definito dall'organigramma aziendale e più specifico sarà, più il profilo sarà mostrato nei risultati di ricerca;
- dimenticarsi di pubblicare un sommario: la descrizione, breve e curata, deve contenere quelle "parole chiave" di ricerca per le quali intendiamo essere trovati e contraddistinguerci;
- non modificare la URL lasciando un indirizzo pubblico fatto di numeri e codici: lo si può fare facilmente dal pannello di amministrazione del profilo;
- inviare richieste di conttato non personalizzate, cosa che oggi si può facilmente fare anche dalla app mobile;
- usare la piattaforma come puro database di contatti a cui inviare richieste di collegamento: si tratta di un social network in cui le relazioni debbono essere costruite e qualificate grazie a contenuti, commenti, conversazioni;
- fare ricerche senza usare i filtri avanzati che, per quanto gratuiti, consentono di selezionare i contatti, ad esempio, per "azienda precedente" così da migliorare la personalizzazione della richiesta di connessione;
- parlare di contenuti che fuoriescono dalla sfera professionale e soprattutto toccare argomenti delicati come la politica e la religione. Il calcio è evidentemente ancor più off-limits;
- condividere articoli e contenuti senza un commento originale e nel momento in cui si scoprono. Meglio programmarli con Hootsuite;
- non pubblicare post ed articoli. Linkedin è diventato un luogo di aggiornamento professionale: esserne curatori e produttori di contenuti è la strada maestra per ampliare il network.
Questi alcuni suggerimenti di "social selling" e di uso professionale di Linkedin: per chi vorrà, ci confronteremo live il 19 dicembre su Advisor Professional :)
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